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Intermesoli

Intermesoli è l’unica frazione del Comune di Pietracamela situata a 750 m. di altitudine ed a 10 Km dal comprensorio sciistico di Prati di Tivo, l’abitato è di antiche origini per quanto non risultino testimonianze scritte antecedenti al XIII secolo, alcuni studiosi lo fanno risalire all’epoca romana. Si presenta come un piccolo insediamento montano che conserva al suo interno alcune modeste case del XVI secolo circondato da boschi di Castagno e Faggeto.

Il toponimo Intermesoli deriva secondo fonti storiche certe da una successione di vari periodi, nel 1324 viene citata la chiesa di “Santa Maria de Intermezula” e di “San Lorenzo de Intermesula” site in “Valle Ciliani”. Nel 1454 Alfonso Re conferma a Giacomantonio Orsini, alla morte del padre Giovanni, il possedimento di “Intermesolo”, nel 1479 Antonello Petrucci vende a Paolo Orsini le terre e i castelli “Vallis Sicilianae” nella quale è menzionata “Intermesulum”. Nel 1495 Carlo VIII conferma a Pardo Orsini i diritti sulla “Valle Sicilianam”, nelle numerazioni dei castelli indizi “Intermesulo”, nel 1502 Luigi XII restituisce a Paolo Orsini le terre, nell’elenco menziona la terra “Intermesule”. Nel 1526 Carlo V Imperatore nomina Ferdinando de Alarcon Y Mendoza marchese della “Valle Siciliana” fino ad allora “Baronia Infeudata” a Parco Orsini, fra le terre che costituiscono il feudo viene citata “Intermesuli”.

La Storia

 

La fonte documentale più antica è conservata nell’archivio diocesano di Penne (PE), nel quale si evince che in quell’epoca a Intermesoli contava due parrocchie distinte, quella di San Lorenzo Martire e quella di Santa Maria Assunta, edificate entrambe almeno nel XII secolo, segno forse della più antica esistenza di due centri separati,  unificatisi più tardi mentre la divisione delle parrocchie resterà fino al 1811 quando verrano fuse e poste sotto alla cura pastorale di un unico parroco. Lo sviluppo del paese in epoca medioevale deve essere stato notevole, se nel 1525 risultavano 122 fuochi, cioè nuclei familiari soggetti a tassazione, senza contare la popolazione povera o non soggetta a tassazione. In quel periodo si coltivavano i terreni sino ad alta montagna, era diffuso l’artigianato della lavorazione del legno e soprattutto della cardatura della lana, legata alla pastorizia. Queste attività conservate fino al secondo dopoguerra assicurarono un periodo di prosperità alla piccola comunità di Intermesoli. Nel secolo XVI furono costruite molte nuove abitazioni, ampliate le due chiese parrocchiali ed eretta, come nella maggior parte dei paesi limitrofi la chiesa votiva di San Rocco. Per ringraziare il Santo dell’intercessione prestata durante il tempo della peste. All’inizio del XIX secolo è cominciato il periodo di decadenza che non ha mai trovato fine, generando i primi movimenti migratori verso le Americhe. Il primo flusso emigratorio si ebbe verso il nord America agli inizi del 1900, quando i capi famiglia, lavorando negli Stati Uniti, mantenevano le famiglie rimaste in paese nella prospettiva di ritornare prima o poi. Il movimento più grande si è verificato dagli anni ’50 in poi dove l’emigrazione interessò soprattutto interi nuclei familiari verso il Canada e nei dintorni di Roma. Dei 600 abitanti censiti nel secondo dopo guerra negli anni ’80 e ’90 erano rimasti 120 ed ai giorni nostri meno di 50.

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