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Gran Sasso

Il Parco Nazionale del Gran Sasso si sviluppa territorialmente con l’inclusione di tutta l’area della catena montuosa, la perimetrazione individua una superficie di circa 59000 ettari. Il massiccio del Gran Sasso si presenta come una spina dorsale leggermente ondulata, presenta alcune delle cime più alte dell’Appennino: M.te Corvo (2623 m.), Pizzo di Intermesoli (2635 m.), Corno Grande (2912 m.), Corno Piccolo (2665 m.) e M.te Camicia (2564 m.). Domina incontrastato tutto il paesaggio centro appenninico dal Mar Tirreno all’Adriatico, di natura calcarea e con presenza di rocce dolomitiche è senza dubbio il rilievo più alpino dell’Appennino, caratterizzato da cime aguzze, valli profondamente incise e plasmate dal glacialismo quaternario, oltre al piccolo ghiacciaio del Calderone. Paesaggisticamente è presente la conformazione caratteristica delle montagne appenniniche, ossia la diversità dei versanti, il lato nord orientale verdeggiante degrada con pareti rocciosi quasi verticali che si immergono nella fascia collinare abruzzese, esempio la Valle dell’Inferno, la Valle Venacquaro e il Vallone d’Angora. Il versante sud occidentale spoglio e brullo pur con pendii ripidi degrada più dolcemente verso la valle del fiume Aterno mediante piani carsici e rilievi montuosi sempre meno erti, esempio la Fossa di Paganica, Campo Imperatore, Piano Voltigno.

Il comprensorio del Gran Sasso è ricchissimo di acque che filtrano attraverso i calcari dei piani carsici e scendono a valle dove scaturiscono in numerose sorgenti, tra queste la sorgente del Vitello d’Oro, del Rio Arno e dell’Acqua Santa, che formano torrenti che a loro voltano confluiscono nei maggiori fiumi dell’area.
La diversa esposizione dei due versanti della catena montuosa dà origine ad un quadro climatico decisamente eterogeneo soprattutto relativo ai venti. Infatti nel versante sud occidentale arrivano i venti caldi del quadrante sud mentre su quello opposto i venti freddi del quadrante nord, inoltre gli stessi venti trovano nella particolare disposizione fisica della catena montuosa una considerevole barriera che attenua gli effetti delle correnti d’aria nei rispettivi versanti opposti. La media annuale delle temperature si aggira sui 10 gradi con un’escursione delle medie annuali intorno ai 30 gradi. Il regime delle piogge è alquanto variabile a seconda delle aree considerate, le precipitazione nevose sono abbondanti su tutto il massiccio mentre la piovosità pure consistente, è più accentuata sul versante settentrionale.

La copertura arborea sui due versanti presenta differenze, con quello settentrionale decisamente meglio rispetto a quello meridionale le cui ragioni sono da attribuire oltre che a fattori climatici anche al diverso impatto antropico. Il versante meridionale piuttosto arido presenta poche testimonianze dell’antica vegetazione, quali la specie roverella, l’acero campestre e l’orniello. Nel versante settentrionale troviamo l’estesa faggeta di Monte San Franco con faggi secolari, aceri e abeti bianchi. Al di sopra della vegetazione arborea vegeta la rarissima stella alpina appenninica, mentre l’aspetto botanico pi caratteristico del Gran Sasso risiede nella presenza di moltepilici endemismi, fra essi la viola magellensis, l’achillea, barrelieri, l’armeria majellensis.
L’animale simbolo del parco è il Camoscio appenninico grazie ad un progetto di reintroduzione che lo ha portato a ricolonizzarne le montagne. Il patrimonio faunistico conta inoltre grandi erbivori quali cervi e caprioli oltre al predatore principale il Lupo appenninico. Sono presenti tra i mammiferi la martora, il gatto selvatico, il tasso, la faina, la puzzola, la volpe, la donnola, la lepre, lo scoiattolo meridionale, l’istrice ed al alte quote l’arvicola delle nevi. L’avifauna comprende rapaci rari come l’aquila reale, l’astore, il falco pellegrino, il lanario, il gufo reale e a quote più elevate il fringuello alpino, lo spioncello, la pispola, il sordone, la coturnice, il codirossone e il gracchio alpino. Le praterie d’altitudine costituiscono l’habitat della vipera dell’Orsini, oltre ad un cospicuo popolamento di anfibi quali la salamandra dagli occhiali e il geotritone italico.

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